Un bell’articolo di Mario Stefani dell’Associazione Orient@menti di Torino, associazione che abbiamo conosciuto in questo mio post:
Orient@menti..quando la passione dei viaggi incontra popoli e culture
” Avevo detto ai ragazzi della scuola di Lamayuru che avevo bisogno di loro per tracciare il sentiero, che appunto parte da Lamayuru e raggiunge Wanla.
L’idea di tracciare un sentiero mi era venuta vedendo i numerosi turisti che una volta visitato il monastero, se ne tornavano a Leh, fermandosi solo poche ore, senza l’interesse di conoscere gli abitanti e la loro vita, al massimo consumavano il pranzo nei piccoli ristoranti sulla strada. Lamayuru è un villaggio a 3500 mt con circa 600 abitanti compresi i monaci del monastero.
Un villaggio con qualche albergo e molte guesthouse, la scuola, piccoli negozi e alcuni ristorantini per turisti. L’economia del villaggio si regge principalmente sul turismo nei mesi estivi, per il resto dell’anno sono agricoltori, allevatori o stradini per la manutenzione del territorio, sia uomini che donne.
Una opportunità per i giovani può essere la guida turistica o l’accompagnatore di trekking dopo una corretta formazione. Così ne parlai con il sindaco e il preside della scuola, che risposero con entusiasmo.
Cercai delle vernici da Murup il titolare di un albergo, cosa non semplice, ma al mattino seguente avevo quattro barattoli, il bianco, il verde, il nero e il blu.
Ho invitato i ragazzi a colazione dove alloggiavo, (quel giorno non c’era scuola) tutti puntuali abbiamo consumato ciò che ci veniva portato con una velocità vorace e siamo partiti.
Da Lamayuru per raggiungere Wanla occorrono tre ore, superando un colle a 4000 mt, la prima ora in salita poi due ore di discesa fino al villaggio. Il paesaggio è vario, da subito si attraversano campi coltivati a orzo, poi quando la salita si fa sentire sulle gambe i campi lasciano il posto a un terreno da pascolo fino al colle. Qui è d’obbligo fermarsi, chi per aggiungere due bandierine alle centinaia che sventolano, o semplicemente per riposarsi. I ragazzi ben organizzati con un amplificatore collegato a una chiavetta usb, accompagnavano camminando, la musica in coro, incuranti del dislivello da affrontare, mentre io ansimavo nella ripida salita al colle. Per fortuna le soste si susseguivano per colorare le pietre con le vernici di Murup o semplicemente immortalavo con qualche fotografia l’opera dei ragazzi. Cosa non si fa per riprendere fiato….
Arrivati al colle poco più di 4000mt, fotografia di gruppo, ammirando il panorama intorno. 15 minuti di sosta, poi giù per due ore di discesa. Direi la parte meno interessante perché si scende per una stretta valle fino a raggiungere la strada bianca che porta a Wanla. La chiassosa comitiva procedeva nel pitturare pietre, cantando e ascoltando musica. Il villaggio di Wanla era ormai alla nostra vista, con il suo splendido monastero arroccato sopra il paese.
Arrivati a Wanla aspettiamo la corriera che ci riporta a Lamayuru dallo zaino spuntano fuori panini e qualche bibita, ma non ho avuto nemmeno il tempo di scattare una fotografia che tutto era finito.
Ho avuto modo di capire in un lampo, in questa terra buddista, la filosofia dell’impermanenza.
Chiedo ai ragazzi se sanno quando passerà il bus, ma nessuno lo sa. Intanto Incontriamo due ragazze della scuola, anche loro hanno fatto la nostra stessa passeggiata ma non essendo state invitate dai ragazzi ci hanno anticipato.
Ora tutto il gruppo si avvia allegramente verso la strada che porta a Lamayuru. Da dietro una curva appare il bus, i ragazzi lo fermano mettendosi al centro della carreggiata per poi salire sul tetto, visto che al suo interno non c’era posto.
Al bivio che porta a Kalze scendiamo, noi dobbiamo andare dall’altra parte, e quasi come una coincidenza occidentale saliamo sul cassone di un camion per arrivare a destinazione. E’ sera invito i ragazzi a cena, sembra una festa di coscritti, entusiasti, allegri e ovviamente affamati.
Abbiamo tracciato forse il primo sentiero del Ladakh, un passo per dare un’opportunità ai turisti di fermarsi un giorno in più a Lamayuru.
Mario Stefani luglio 2017.
SINTESI Percorso
Lamayuru – Wanla 3 ore, difficoltà: facile
a circa 500 mt dal centro del villaggio sulla strada che porta a Kalze c’è un muro di preghiere, da qui parte il sentiero.
Si attraversano i campi e il torrente per raggiungere 3 evidenti stupa. Imboccata la valle il sentiero inizia a salire prima dolcemente poi si fa più ripido fino al colle. Discesa evidente in una stretta valle fino a raggiungere la strada bianca. Qui voltare a destra, passare il ponte sul fiume e proseguire in piano fino a Wanla.