Diario di Viaggio di M.Angileri sul Vietnam,da nord a sud…grazie per averlo condiviso con gli amici di Life’s a Journey!
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La meta delle vacanze di quest’anno è stata un po’ inusuale per me, novizio di Asia, e quasi di routine per la mia ragazza, ormai quasi una veterana dell’Indocina. L’agognata partenza è fissata per il 19 aprile ma siamo vittime del vulcano islandese dal nome impronunciabile, che, riprendendo i libri di Harry Potter, potremmo chiamare “tu sai chi”… Quindi a forza di cancellazioni, anticipazioni, ritardi, etc etc riusciamo a partire sabato 24 aprile con Air France (compagnia che sconsiglio per chi parte dall’Italia, ma solamente perché è previsto lo scalo a Parigi, allungando di parecchio il tempo di viaggio, ma che da un altro punto di vista ha saputo assisterci al meglio nonostante il gran caos di quei giorni), scalo a Parigi e quindi il lungo volo intercontinentale verso Ho Chi Minh City (meglio conosciuta con il nome molto più romantico di Saigon), previa sosta a Bangkok, dove scenderà la maggior parte dei viaggiatori presenti sul volo.
25.04.2010, DOMENICA E 26.04.2010, LUNEDÌ
Arriviamo quindi il 26.04 nel primo pomeriggio a Saigon, dove veniamo accolti da una temperatura a cui non eravamo abituati, accompagnata anche da un buon tasso di umidità… Prendiamo un taxi e ci immergiamo nel traffico di Saigon, 8 milioni e mezzo di abitanti, 7 milioni di scooter, quasi sempre tutti costantemente in strada,una media di 35 morti sulle strade ogni giorno (e a giudicare dal traffico, sono ancora pochi), e il tasso di utilizzo medio del clacson più elevato del mondo… Alloggiamo all’hotel “An An 2”, situato nel cuore della backpacker area, zona parecchio movimentata, piena di locali per occidentali e per vietnamiti. L’albergo è ottimo, la stanza abbastanza grande e pulita, le ragazze alla reception sono deliziose, simpatiche sempre d’aiuto; la sera a dire il vero c’è parecchia confusione che arriva dalla strada, ma a finestre chiuse (e aria condizionata rigorosamente accesa!) non si sente alcunché. Dopo aver lasciato i nostri zaini in camera, ci tuffiamo nella caotica vita di Saigon: il nostro programma, modificato all’ultimo momento grazie alla fortunata coincidenza di aver trovato un volo il sabato, non prevede nulla di particolare se non andare a zonzo senza meta per la città, esplorandola sia da semplice turista ma anche come chi cerca di vivere normalmente la città. Quindi, superata l’iniziale difficoltà ad attraversare la strada (nessuno si fermerà a farvi passare, il trucco è andare piano piano da una parte all’altra, gli scooter vi eviteranno, ma attenzione che le auto e i mezzi più grandi però non pensano minimamente a modificare la loro traiettoria, né tantomeno a fermarsi), iniziamo l’esplorazione: Benh Thanh Market, cattedrale di Notre Dame, Reunification Palace, World Remnants Museum, pagode… con qualche sosta tattica in qualche negozio provvisto di aria condizionata per cercare di respirare… Arriva finalmente la sera, e andiamo a cena in un bellissimo giardino di un ristorante a mangiare un tipico barbeque vietnamita: al centro del tavolo c’è la griglia, il cameriere ci porta la carne cruda e noi ce la cuciniamo da soli… l’unica difficoltà era girare la carne con le bacchette… ma alla fine della vacanza sono diventato molto più bravo…
27.04.2010, MARTEDÌ, 28.04.2010, MERCOLEDÌ
Dopo due giorni a Saigon, con un volo di due ore della Vietnam Airlines (alla fine del viaggio avremo preso 3 voli Vietnam Airlines, sempre effettuatti con ottimi Airbus), atterriamo ad Hanoi. Prendiamo un taxi (costo fisso 16 dollari, l’aeroporto è a circa 45 minuti dal centro città), e ci dirigiamo al nostro albergo, Indochina Queen Hotel, nel mezzo del quartiere vecchio. Stendiamo un velo pietoso su questo albergo, che abbandoneremo il giorno dopo visto le pessime condizioni in cui riversava. Dedichiamo la sera alla visita della città, molto più carina rispetto a Saigon, grazie al lago Hoan Kiem proprio nel centro cittadino, che le conferisce un aspetto molto più signorile. Il mattino successivo sveglia molto precoce, grazie (o meglio, causa) una notte quasi insonne, e si comincia l’esplorazione più approfondita della città: One Pillar Pagoda, mausoleo di Ho Chi Minh (la cui sacralità sembra superare quella del Vaticano), etc etc. Arriva finalmente sera e ci dirigiamo alla stazione dei treni, dove dobbiamo prendere il treno notturno diretto a Lao Cai, nell’estremo nord al confine con la Cina. Abbiamo una cuccetta con 4 posti nei vagoni della King’s Express, molto confortevole, e a farci compagnia ci sono due simpatici ragazzi israeliani in luna di miele. La nottata scorre piacevole e abbastanza veloce tra un po’ di chiacchiere e un po’ di sonno, e le 9 ore che separano Hanoi da Lao Cai (anche se i chilometri sono solo 350) sono già passate
29.04.2010, GIOVEDÌ
Sono le 4 e mezzo del mattino, salutiamo i nostri compagni di compartimento, mentre l’attività alla stazione di Lao Cai è già frenetica, con autisti e guide che cercano i propri viaggiatori. Dopo una mezz’ora alquanto caotica e confusionaria, montiamo sul pullmino che ci conduce a SaPa, piccola e graziosa cittadina che fa base per le escursioni nel territorio delle varie minoranze etniche del nord del paese. Arriviamo ad un hotel che ci farà da appoggio per una breve parte del mattino, e dopo un riposino di un’ora in un letto quasi vero di una stanza umida (con tanto di fungo sul soffitto!) e una piccola colazione, facciamo la conoscenza di Mah, cioè la nostra guida per un paio di giorni, una ragazza giovane e minuta, sempre sorridente e simpaticissima, oltre che competente, e che ci ha reso, se possibile, ancora più splendidi i due giorni tra le montagne e le coltivazioni di riso vietnamite. Si parte quindi dall’hotel, camminando dapprima per la viuzza della cittadina con il gremito mercato del mattino, con Mah che ci fa da guida e due ragazze della tribù Zday che ci seguono per poi vendere le loro stoffe. Gli scenari sono da subito splendidi, corsi d’acqua, gli splendidi gradoni coltivati a riso (anche se in maggio il riso è ancora piccolino), bufali d’acqua, e uno favoloso silenzio, molto apprezzato dopo le giornate passate a sentire i clacson impazziti di Saigon e Hanoi. Dopo circa 3 ore di cammino ci fermiamo in una piccola capanna di legno, dove mangiamo i classici noodles in zuppa. Si riparte passando per altri villaggi, fino ad arrivare al villaggio di Ta Van, dove facciamo conoscenza con la padrona di casa e dove passeremo una bella serata. La casa è semplice, c’è l’energia elettrica (non tutti i villaggi ce l’hanno), e l’acqua corrente. Facciamo quindi una bella doccia, ceniamo e via a farsi una bella dormita, perché dopo una notte insonne all’hotel di Hanoi, una molto movimentata in treno, una sveglia all’alba e un trekking, è proprio quello che ci vuole…
30.04.2010, VENERDÌ
Dopo ben 12 ore di sonno ci risvegliamo, facciamo un’abbondante colazione, salutiamo e ringraziamo la la proprietaria della casa per l’ospitalità e ripartiamo. Passiamo per vie poco battute, fino ad arrivare ad una splendida cascata, dove pranzeremo. Nel frattempo, scambiando molte chiacchiere con Mah, le chiediamo se è disposta a portarci alle cascate di …; riesce a contattare una jeep che ci porterà dapprima all’ingresso del trekking per Fansipan (il monte più alto del Vietnam) per poter ammirare il panorama, ma, ahinoi, c’è nebbia e quindi non si riesce a veder nulla, poi ci condurrà alle cascate, belle ma tutto sommato anche evitabili. (quel giorno sarà festa nazionale, per cui i turisti locali saranno veramente tanti). Torniamo quindi a SaPa, per scoprire che c’è veramente un sacco di gente (il weekend coincide con una festa nazionale), il nostro albergo è pieno, ma ci danno comunque la possibilità di fare una doccia, e ci sentiamo un po’ come ai bagni pubblici, più o meno come si usava 50 anni fa… Fortunatamente lasciamo SaPa perché il trambusto è notevole, per fare più o meno 100 metri con il pullmino ci mettiamo quasi mezz’ora, ma riusciamo a passare indenni una deviazione in terra battuta tra Sa Pa e Lao Cai giusto poco prima che inizi a diluviare; scopriremo solo in treno che quel tratto di lì a poco sarebbe diventato impraticabile, ed infatti i nostri coinquilini di cuccetta (due ragazzi australiani) sono riusciti ad arrivare alla stazione di Lao Cai per il rotto della cuffia
01.05.2010, SABATO E 02.05.2010, DOMENICA
Altra notte sul treno notturno, questa volta tragitto inverso, direzione Hanoi, dove arriviamo, dopo una notte tutto sommato decorosa, a mattino non ancora iniziato. Prendiamo un taxi che ci porta ancora al famigerato Indochina Queen Hotel, ma solo per un paio di orette, per dormire un po’, fare una ottima doccia (fredda!!!) e una piccola colazione. Fortunatamente sono solo un paio di orette, infatti alle 8 e mezzo arriva il pullmino che ci porterà ad Halong City, punto di imbarco per la crociera Paloma nella baia di Halong. Il viaggio, nonostante i pochi chilometri che separano la capitale da Halong City (poco più di un centinaio), è alquanto lungo, ma una sosta e un pullmino decisamente poco affollato lo rendono quasi piacevole. Arriva quindi l’ora dell’imbarco, il gruppo è molto variegato, fortunatamente saremo gli unici italiani a bordo, ci sono indiani, malesi, finlandesi, vietnamiti e gli immancabili americani, presenti un po’ dappertutto più o meno come il prezzemolo. Ci viene assegnata la cabina di testa, ovvero l’unica superior, mentre tutti gli altri hanno la deluxe… ovvio, come sempre ho fatto le cose al risparmio, ma l’unica differenza tra una superior e una deluxe era la grandezza della finestra… sono stato fortunato, e soprattutto mi sono risparmiato le critiche della mia ragazza! Si comincia così a navigare in una baia con circa 2000 isolette, o scogli (l’unica isola vera e propria, con tanto di hotel è CatBa, che però noi non visiteremo). Il giro è molto turistico, ma d’altra parte questo è uno dei pochi modi di visitare questo angolo di paradiso terrestre; il primo giorno il programma prevede la visita ad un floating village, veramente suggestivo, il giorno successivo la visita ad una grotta. Ma la vera bellezza di questa crociera è semplicemente quella di navigare e di passare la notte in un vero e proprio angolo di paradiso. Neanche il tempo di rendersi conto di essere in crociera che già è tempo di scendere (per chi ha più tempo sicuramente l’idea di passare una notte in più a bordo o a Cat Ba è migliore, altrimenti tanto tempo viene speso nei trasferimenti). Si ritorna quindi ad Hanoi, il viaggio scorre piacevole nonostante un acquazzone torrenziale, avendo anche l’occasione di fare quattro chiacchiere con le persone con cui abbiamo trascorso la crociera, in particolare con un ragazzo malese con cui abbiamo parlato un po’ di tutto, io interessato dai suoi racconti sulla sua terra (e probabile prossima destinazione) e lui interessato dai miei racconti sull’Europa (probabile sua prossima destinazione lavorativa). Si arriva quindi ad Hanoi, per fortuna c’è un cambio di hotel (Boss Hotel), e questa volta siamo davvero soddisfatti. Il range di prezzo è leggermente più elevato, ma un po’ di comfort in più decisamente ci voleva.
03.05.2010 LUNEDÌ
Passata tranquillamente la notte in un letto vero di un albergo vero (e dopo alcuni giorni di nomadismo sicuramente ci voleva), ci dirigiamo ai tempi di Hoa Lu, antica capitale vietnamita (belli ma tutto sommato evitabili) e a Tam Coc, dove ci aspetta una bella gita in barca su un piccolo fiume attraverso i campi di riso, con un paesaggio molto simile, anche se ridotto in scala, di quanto visto a Halong Bay (viene infatti chiamata la Halong Bay sui campi di riso). Veramente un panorama stupendo, la navigazione, fatta a remi, dura circa un’oretta e mezzo, ed è già ora di rientrare ad Hanoi, dove la sera ci concederemo il “lusso” (le virgolette sono d’obbligo, visti i prezzi decisamente più bassi rispetto all’Occidente) di un massaggio in una spa, con il brivido dello smarrimento del cellulare…
04.05.2010 MARTEDÌ AL 07.05.2010 VENERDÌ
Lasciamo Hanoi per andare nel Vietnam centrale, destinazione Hoi An, con atterraggio all’aeroporto di Da Nang. Ad Hoi An trascorreremo 3 notti, un po’ per approfittare dei servizi di sartoria della cittadina (ad ogni angolo c’è un tailor shop, pronto a confezionare dalla camicia al vestito in poco più di 24-48 ore) e un po’ per approfittare della spiaggia di Cua Dai, distante solo 4 km interamente percorribili in bicicletta (qui il traffico non ha niente a che vedere con il caos di Hanoi e Saigon). Hoi An è una cittadina deliziosa, alcuni la troveranno troppo turistica (e sicuramente lo è), ma il centro storico chiuso ai motorini e illuminato di notte dalle lanterne, e il clima disteso che si respira la fanno una meta d’obbligo. In questi giorni, oltre alla spiaggia e allo shopping, abbiamo anche la possibilità di visitare le rovine di My Son, importante sito archeologico Champa, anche se a detta di molti, sia molto più piccolo rispetto alle rovine presenti in Cambogia. Il caldo qui è pazzesco, fortunatamente siamo stati abbastanza svegli e furbi e siamo arrivati al primo mattino, mentre alcune comitive le abbiamo viste arrivare mentre noi si andava via… quando il sole cominciava a picchiare veramente forte. Si ritorna quindi a Hoi An, dalla nostra noleggiatrice di bici preferita e via in spiaggia
Dopo alcuni tuffi nel mar del sud della Cina arriva il momento di salutare Hoi An, e di far ritorno nella calda e caotica Saigon, dove ci attende il nostro amato An An 2. Cenetta tranquilla in un bel ristorante con una terrazza che sembra cadere in strada…
08.05.2010 SABATO
Si parte per il delta del Mekong; originariamente avevamo scelto di trascorrervi due giorni, facendo una homestay, ma l’incertezza che ci ha regalato il vulcano islandese e alcune valutazioni errate ci hanno fatto propendere per una semplice gita fuori porta… peccato, sarebbe stata una bella avventura. Il nostro percorso si articola sulla parte ovest della parte superiore del Mekong. Il tour è carino, anche se fa parecchio caldo. Il momento più bello è quando prendiamo una piccola canoa e facciamo un giro lungo i canali tra le isole. La vegetazione è stupenda e mi sento un po’ “marine” in incognito. Sosta pranzo in una azienda che coltiva frutta, tempo di farsi ritrarre con un pitone in mano ed è già ora di tornare in albergo. Peccato, avremmo trascorso volentieri la notte da qualche parte e continuato la nostra esplorazione.
09.05.2010 DOMENICA
Arriva così l’ultimo giorno, che però sfruttiamo fino in fondo: al mattino partenza per i Cu Chi Tunnels, simbolo del piccolo Vietnam e dei piccoli (di statura) vietnamiti vincitori nei confronti degli americani. La visita è interessante, e le dimensioni dei tunnel fanno da subito capire come sia stato impossibile per gli americani combattere chi ha saputo fare di necessità virtù. Non mancano i momenti kitch, come la possibilità di sparare (ad un prezzo non proprio modico) con un M60, forse dimenticando quanto la guerra abbia fatto male, e ben ricordando quanto il colore dei verdoni faccia bene alle casse dello stato. Si torna quindi indietro, tempo di assistere ad una incredibile zuffa tra motociclisti, segno di quanto la civiltà vietnamita debba ancora progredire, al fine di rendere le sue città vivibili. Si arriva quindi all’albergo, tempo di controllare ancora una volte le notizie sul vulcano, che sembra di nuovo far le bizze, ma questa volta sembra tutto a posto… magari quando si fa lo scalo tecnico a Bangkok forse un paio di giorni di stop ci scappano… ma niente da fare, come si sa la sfiga ci vede benissimo, e il volo di ritorno fila liscio come l’olio.
Capitolo spese: a farla da padrona è sicuramente il prezzo del volo aereo, pagato circa 900 euro a testa. Per quanto riguarda invece gli spostamenti interni in aereo, abbiamo prenotato online i voli della Vietnam Airlines, con cui ci siamo trovati abbastanza bene, anche se si registrano abbastanza frequentemente ritardi (circa 150 euro a testa). Per quanto invece riguarda l’organizzazione del viaggio e delle varie tappe, ho contattato un’agenzia di Hanoi (Footsteps Travel, www.easyvietnamtravel.com) che ci ha prenotato le due tappe fondamentali del viaggio, ovvero il trekking a SaPa e la crociera ad Halong Bay, oltre ad averci procurato la lettera di invito per il Visa On Arrival. Abbiamo approfittato anche dei loro servizi per prenotare in anticipo alcuni tour e anche gli alberghi, ma tutto sommato non è necessario visto che ad ogni angolo si possono trovare agenzie che offrono tour ed escursiono, ma quando il tempo stringe purtroppo è l’unica soluzione; spesso anche gli alberghi si “travestono” da tour operator. Per alberghi, escursioni e visto abbiamo speso circa 550 dollari americani a persona.