Life’s a Journey vi presenta un Diario di Viaggio con tante belle fotografie a corredo dei cari amici Anna & Francesco che a settembre,come viaggio di nozze, sono andati a scoprire la Turchia Occidentale…
What: viaggio nella Turchia occidentale
When: 9-23 settembre 2013
Where: Istanbul – Cappadocia – Konya – Pamphilya – Antalya – Pamukkale – Efeso – Izmir – Costa Egea – Canakkale – Istanbul
Why: viaggio di nozze
Who: Anna e Francesco
La sera prima di partire, ci hanno detto: Riempitevi gli occhi di cose belle. E noi abbiamo seguito l’invito! Complice anche la completa mancanza di senso dell’orientamento di Anna, che riesce a perdersi anche negli hotel ed era l’addetta al navigatore, abbiamo esplorato nostro malgrado anfratti della Turchia che i normali turisti (dotati di autobus e guida competente) di solito evitano.
È stato un viaggio di nozze sui generis, il nostro: volevamo esplorare e vedere, senza sentirci vincolati da orari e tour operator. Ciò che abbiamo chiesto all’agenzia, quindi, è stato di prenotarci il volo a/r, gli hotel e un’auto. Il resto, armati di Lonely Planet e navigatore, l’abbiamo creato noi…
Il costo di volo con Turkish Airlines, hotel 4 e 5 stelle e noleggio auto è stato di circa 3000€ per due settimane, a cui abbiamo aggiunto circa 1000€ di spese vive (cibo, musei, benzina – carissima! –, tour e mongolfiera in Cappadocia, e varie ed eventuali).
Tappa 1: Istanbul
Il ponte tra Asia ed Europa è una metropoli che cattura il cuore. Il nostro arrivo non è stato dei più tranquilli e abbiamo subito sperimentato la guida turca, in una delle città più trafficate! Ma una volta arrivati in hotel (e lasciata la macchina nel parcheggio, perché solo due pazzi avrebbero continuato a girare in auto in centro a Istanbul) abbiamo iniziato le nostre esplorazioni. Eravamo a Fatih, una delle zone più povere della città, a due passi dalla fermata del tram che, in 15 minuti, ci portava a Sultanahmet, la zona dell’Aya Sofia, della Cisterna Basilica, di Palazzo Topkapi e della Moschea Blu.
I due giorni che avevamo a disposizione noi sono davvero troppo pochi per potersi godere appieno le meraviglie di Istanbul: li abbiamo sfruttati per goderci Sultanahmet, per salire sulla Torre di Galata e andare a curiosare in piazza Taksim (che, abbiamo scoperto, è il cuore pulsante della Istanbul che manifesta). Ci siamo persi nel Gran Bazaar e nel Bazaar delle Spezie, abbiamo contrattato bevendo çai (il tè, che in Turchia sostituisce il caffè), abbiamo bevuto nar suyu (succo di melograno, presente ovunque) per combattere il caldo…abbiamo iniziato ad assaporare una città che promette incredibili bellezze, e che ci ha fatto venire voglia di tornare.
Due giorni dopo, ci siamo rimessi in auto, destinazione Cappadocia – con tappa intermedia ad Ankara, per evitare la tirata da 700 km…
La visita ad Ankara l’abbiamo saltata a piè pari, fermandoci solo per dormire, ma sulla strada abbiamo incrociato il magnifico Tuz Golu, il lago salato! Impossibile mancarlo: già da lontano vedi comparire dalla strada, in mezzo alla desertica Anatolia, una enorme macchia bianca, che si estende a perdita d’occhio. Ci siamo fermati per camminarci sopra. L’ingresso è gratuito ma bisogna fare la gimcana tra i venditori di scrub e prodotti di bellezza al sale…
Tappa 2: Cappadocia
La primissima cosa che abbiamo fatto arrivati in albergo a Nevsehir è stata prenotare il viaggio in mongolfiera, per vedere l’alba e il sole sorgere sui camini delle fate. Subito dopo, abbiamo prenotato l’unico tour organizzato della nostra vacanza: il tempo era poco, le cose da vedere tante.
La mattina dopo, la sveglia ha suonato alle 4. Dopo una colazione rapida, una navetta ci ha portato al punto di partenza delle mongolfiere, nel bel mezzo del niente nella Valle delle Rose.
Già solo guardare i palloni che stavano gonfiandosi era uno spettacolo: mongolfiere a perdita d’occhio, i fuochi che illuminavano la notte. Poi, finalmente, saliamo nei cesti, e si parte. L’aria è fresca, ma già si intuisce che la giornata sarà splendida, non c’è una nuvola. Il pilota ci spiega, in un inglese tutto suo, cosa si stende sotto di noi. In religioso silenzio, osserviamo i camini delle fate, quelli a fungo e quelli “a meringa”, che a Anna ricordavano un po’ i castelli di sabbia fatti da bambini sulla spiaggia. E finalmente, il sole sorge, e la luce del fuoco nei palloni non è più l’unica a illuminare il cielo. Capiamo perché si chiama Valle delle Rose (i fiori non c’entrano, il colore delle rocce sì). Guardiamo i raggi del sole illuminare il mondo intorno a noi, e dopo un po’ scendiamo.
A terra brindiamo con champagne allungato con succo di ciliegia, e torniamo in hotel.
Il tempo di cambiarci, e ripartiamo per il tour guidato alla scoperta di Goreme, Uchisar e altre meraviglie della Cappadocia. Avere qualche spiegazione nel tour ci è stato utile il giorno dopo, quando, armati solo di Lonely Planet, siamo andati alla scoperta del bellissimo monastero di Selime: un vero e proprio complesso religioso completamente scavato nella roccia.
Volevamo ancora continuare i nostri vagabondaggi, ma il calore (c’erano 40°!) ci ha fatto desistere. L’ultima immagine che abbiamo della Cappadocia è la visita alla città sotterranea di Derenkuyu (letteralmente, “pozzo profondo”). Aiutati da una guida improvvisata che, con un mix di lingue (tra cui qualche parola di italiano) ci ha guidati per otto piani sottoterra, siamo andati alla scoperta di questo affascinante mondo, utilizzato per brevi periodi per sopravvivere alle guerre.
Poi, di nuovo in macchina, per affrontare nuovamente qualche centinaio di chilometri…
Tappa 3: Konya
L’unica cosa degna di nota a Konya è il mausoleo di Mevlana. In questa città è nata la setta dei Dervisci Rotanti, ancora fuori legge in Turchia, nonostante gli spettacoli presenti a Istanbul. Qui li fanno, gratuiti, al sabato sera. È una delle città più conservatrici della Turchia: Anna si è coperta la testa con una pashmina e aveva la gonna lunga ma, con i sandali e i piedi scoperti, è stata comunque guardata storto per tutto il giorno! Nessuno oserà mai dire nulla a un turista, ma abbiamo pensato fosse una buona regola cercare di attenerci per quanto possibile alle tradizioni del paese. Una volta visitato il mausoleo, siamo ripartiti: ci aspettavano tre giorni di mare.
Tappa 4: Antalya e la Pamphilya
Volevamo fare Indiana Jones e fermarci in ogni singolo sito archeologico dell’antica Pamphilya. Il caldo e la distanza ci hanno un po’ fermati, ma abbiamo comunque potuto ammirare Aspendos e il suo magnifico teatro (che, abbiamo scoperto, è utilizzato ancora oggi).
Antalya, invece, può venire paragonata a Rimini: una città piena di alberghi e villaggi turistici, che però conserva la bellissima parte vecchia: Kaleiçi. È lì che abbiamo deciso di provare, finalmente, l’hamam! Ogni hotel ha il suo, chiaramente, a uso e consumo dei turisti, ma volevamo cercarne uno “vero”: la Lonely Planet ci è venuta in aiuto e abbiamo così conosciuto il signor Osman, che ci ha regalato un’ora e mezza di puro relax: sauna, peeling, massaggio di schiuma e massaggio d’olio. Francesco alla fine era a pezzi…abbiamo scoperto che il massaggio turco non è proprio rilassante di per sé, sembra di venire calpestati! Ma quella notte abbiamo dormito sodo!
Al momento di ripartire, abbiamo fatto una deviazione di un centinaio di chilometri per vedere la città sommersa di Kekava. Arrivati sul posto, abbiamo scoperto che, ahimè, non era possibile fare alcuna immersione e l’abbiamo vista solo dalla barca. Ma Kalekoy, villaggio microscopico accessibile solo via mare, vale da solo il viaggio.
Tappa 5: Pamukkale
Aspettavamo di vedere Pamukkale con estrema curiosità: una montagna in travertino, completamente scavata dall’acqua termale, che ha creato una serie di vasche a cascata. Insomma, un centro termale naturale!
Attualmente tante vasche sono vuote e, data l’affluenza di turisti, il momento migliore per visitare il sito è la mattina presto: i viaggi organizzati arrivano verso le nove, scaricando moltissime persone che, armate di costume da bagno, cercano di conquistare il proprio posto nella decina di vasche ancora accessibili.
Noi ci siamo goduti l’acqua termale la notte precedente nell’hotel: tutta la zona, infatti, ha accesso alle sorgenti! Il nostro hotel aveva ricostruito una vasca in finto travertino nel giardino e, a mezzanotte, eravamo immersi fino al collo nell’acqua bollente. La mattina dopo, quando siamo andati a visitare Pamukkale, abbiamo così potuto dedicare più tempo alla scoperta di angoli nascosti del parco, senza venire travolti dalla gente in pareo.
Tappa 6: Efeso
Dopo Pamukkale siamo andati a Efeso, che ci ha lasciati senza fiato.
Ci aspettavamo un sito archeologico simile ad Aspendos, che un po’ ci aveva delusi. Ma Efeso è una vera e propria città e si riescono a immaginare, senza troppi sforzi, gli antichi Romani passeggiare per le stesse strade. La meravigliosa biblioteca di Celso e il teatro sono forse le opere più famose di questa città, ma passeggiare in silenzio tra gli innumerevoli gatti (che in Turchia sono sacri e venerati), osservando gli archeologi al lavoro ed entrando nei templi è come fare un viaggio indietro nel tempo.
Tappa 7: Izmir
Una città di mare che abbiamo visto e vissuto poco, e forse per quello poco ci ha lasciato.
A differenza di Istanbul e delle altre città che abbiamo visto, dove ci sentivamo tranquilli a passeggiare anche a tarda sera, Izmir ci ha tenuti coi sensi in allerta e una brutta sensazione – complici anche i poliziotti in assetto antisommossa che abbiamo visto a pochi passi dal nostro hotel, appena arrivati. La passeggiata sul Kordon (il lungomare) è però splendida.
Tappa 8: Pergamo e Çanakkale
Da Izmir siamo partiti alla volta di Çanakkale, con sosta alla magnifica Pergamo, altro sito archeologico che ci ha lasciato senza parole (anche se Efeso rimane il nostro preferito). Çanakkale sorge a 30 km dall’antica Troia, che noi non abbiamo visitato perché non rimane nulla se non qualche pietra.
Abbiamo invece adorato la cittadina di mare che si affaccia sull’Ellesponto, e sul cui lungomare troneggia il cavallo di legno usato proprio per il film Troy. Cittadina viva, vivace ed accogliente, con una storia che urla di venire conosciuta ed amata, saremmo rimasti a Çanakkale ben più della giornata programmata…ma Istanbul, e il volo di ritorno, ci aspettavano.
Abbiamo salutato la Turchia con una promessa: torneremo…
Per contattare Anna&Francesco l’email è anna.cavall(@)gmail.com