Viaggiando nei paesi del subcontinente indiano vi capiterà di ammirare moltissimi Stupa o Chorten in Tibetano.
Nelle regioni dell’India del Nord e del Tibet questi “grossi birilli” in muratura, alti da due ad una quindicina di metri,sono caratteristici come il torii lo
è per il Giappone o il grande crocifisso lo è per molte vallate alpine.
Tutte e tre,così piccole (un nulla di fronte alla grandiosità della natura) bastano a dare atmosfera e linea,a benedire un intero paesaggio.
Nelle regioni Tibetane un chorten dà vita a tutto un fianco di monte, ad un recesso fra le rocce.
Alcune volte nei chorten si possono celare le ossa o le ceneri di un lama venerato,ma più comune è che vi siano immagini sacre o scritture.
Per un tibetano che,viaggiando,passa vicino ad una di queste costruzioni essa simboleggia la religione stessa;gli porta a mente
un altro grandioso dramma cosmico,così diverso da quello cristiano: il dramma delle miriadi di esseri che.attraverso il ciclo delle nascite,
tendono alla illuminazione.
La parola chorten in Tibetano significa “ricettacolo delle offerte”, traduzione dal sanscrito dhatugarbha (che si corruppe poi in dagaba, da cui deriva la nostra “pagoda”).
L’origine va quindi ricercata in India (come quasi ogni motivo spirituale della cultura tibetana);in India si usava seppellire il corpo dei buddhisti particolarmente venerati o qualche loro reliquia importante,in mausolei di muratura detti stupa.
Nelle regioni tibetane lo stupa si è molto allungato ed ha preso la sua forma caratteristica..Del resto è anche mutato lo scopo ed il senso; non più come tomba ma come cenotafio.
Non bisogna però dimenticare che un chorten rappresenta in piccolo la cosmologia lamaista; ciascuna parte raffigura uno degli elementi di cui tutto è composto ed in cui alla morte si risolvono i corpi.
Il basamento rappresenta la terra,lo staio l’acqua poi il fuoco e la parte più alta l’aria.
Sulla cima vi sono due oggetti che sembrano una falce di luna ed un sole,ma in realtà la falce rappresenta l’aria (la volta inversa del cielo), ed il sole è una fiamma che sta a simbolo dello spazio,dell’etere, l’ultimo e più sottile elemento.
Nomi locali per lo stupa sono:
Chaitya – Nepal
Candi – Indonesia
Chedi – Thailandia
Chorten – Tibet e Bhutan
Dagoba/Chaitiya – Sri Lanka
Chedey – Cambogia
Tap – Korea
That – Laos
Ta – Cina (letteralmente “torre”)
Tô – Giappone (torii)