Questo recente Diario di Viaggio mi è stato dato dai cari amici che hanno con me viaggiato in Ladakh..
Questa volta si tratta di un bellissimo Trek sull’Annapurna (Nepal) – partenza il 27 ottobre 2012 e ritorno il 27 novembre 2012…
27 ottobre 2012
Partiamo da Torino e la notizia che ci attende in aeroporto già ci fa intuire che si tratterà di un viaggio alquanto avventuroso: il nostro volo è cancellato per maltempo, veniamo quindi riprotetti sul volo precedente.
Il giorno successivo, dopo uno scalo a Francoforte ed uno a Delhi, finalmente giungiamo a Katmandu dove ci da il benvenuto una piacevole temperatura primaverile. Appena usciti dall’aeroporto ci investe un insieme di rumori e suoni, traffico e taxisti indaffarati ad accaparrarsi il nostro gruppo di sei turisti appena arrivati e spaesati.
L’hotel, il Silver Home, ha un unico vantaggio: si trova nel centro di Thamel e ci permette quindi di raggiungere in pochi passi negozi, locali e ristoranti.
Visto che il bagaglio non ci è arrivato, ci immergiamo subito nel trambusto dei negozietti e contrattiamo per acquistare i beni di prima necessità. Fortunatamente il giorno seguente ci viene data la possibilità di rovistare in un garage buio e freddo dove troviamo con enorme gioia i nostri zaini smarriti.
A Katmandu troviamo un’agenzia di trekking dove decidiamo di prenotare una guida che ci accompagnerà per tutto il percorso fino al Campo Base dell’Annapurna. Il prezzo è molto conveniente e include anche due notti di pernottamento a Pokhara, oltre che vitto e alloggio durante il trekking.
Abbiamo ancora un giorno per visitare Katmandu durante il quale girovaghiamo per Durban Square sempre più rapiti dai colori, dagli odori, dal caos.
Il giorno successivo partiamo di mattino presto alla volta di Pokhara. Il nostro mezzo è un pullman turistico che si rivelerà poi il migliore tra quelli utilizzati durante il nostro viaggio. Dopo sei ore e due soste agli “autogrill” giungiamo nella cittadina famosa per il suo lago e per l’evidente tranquillità e pace che si possono respirare rispetto alla capitale.
L’hotel che ci ha prenotato la nostra guida, Sabine, è a dir poco fantastico. Possiamo fare una doccia calda e lasciare un po’ di cose non esattamente indispensabili per il trekking.
Il mattino seguente si parte alla volta di Nayapul da dove il nostro cammino avrà inizio. La prima tappa è leggera e in men che non si dica raggiungiamo Tikhedunga dove pernottiamo in un lodge carino e accogliente.
La seconda tappa si rivelerà una delle più dure, ma la nostra fedele guida ci aveva preparati e partiamo quindi non sprecando nemmeno un po’ di fiato per parlare. Ognuno al suo passo su per le infinite scalinate di oltre 3.000 gradini. Il tempo è bello e il caldo non è fastidioso.
Nel tardo pomeriggio giungiamo a Ghorepani dove ci attende uno dei lodge più belli : al centro del soggiorno ha una grande stufa che ci permette di stendere il nostro bucato e sperare che almeno per una volta asciughi! Passiamo la sera a giocare a carte dopo una bella doccia calda.
La mattina presto si parte per vedere l’alba a Poon Hill, ne vale davvero la pena: è stupefacente vedere alcune delle montagne più alte della terra,come il Dhaulagiri mt 8167,Annapurna Sud mt 7219,Machhapuchhare mt 6997 che ti guardano da lontano, è quasi come se ci chiamassero e volessero portarci più vicini a loro. Dopo le solite foto di rito si riscende, si prende lo zaino presso il lodge e si riparte alla volta di Tadapani. Durante il cammino continuiamo a intravedere le vette tra la vegetazione e questo rende la tappa una delle più belle dal punto di vista paesaggistico. Incontriamo anche alcuni turisti italiani che erano appena stati al Campo Base. Ci raccontano che il sentiero è più che praticabile quindi si apre in noi la speranza di poterci arrivare sul serio.
A Tadapani troviamo un lodge panoramico che guarda il Macchapucchare negli occhi. Il tramonto tinge di rosa i pendii: non sentiamo il freddo talmente bello è il panorama.
Il mattino seguente si parte alla volta di Sinuwa. La nostra guida, su nostra richiesta, accetta di farci dormire in questa località in modo che la tappa del giorno seguente sia più breve. Siamo ormai vicini al Campo Base.
Arrivati a Sinuwa ci permettono di lasciare ancora un secondo round di oggetti poco utili per affrontare le ultime tappe verso il nostro traguardo: il campo base. Lo zaino ci sembra ora leggerissimo e sentiamo di potercela fare. Durante la cena conosciamo, grazie all’unica tavolata presente, simpatici turisti belgi e spagnoli con cui condividiamo esperienze e aneddoti divertenti.
Ecco che la mattina ci aspetta la penultima tappa verso l’ABC: è tutta salita tranne qualche tratto in discesa. Anche qui il nostro corpo ci insegna a calibrare le nostre energie per riuscire ad affrontare tutta la tappa fino alla fine. La compagnia di Sabine, la nostra guida, è fondamentale: ci sostiene ed è sempre pronto ad aiutarci.
Giungiamo nel tardo pomeriggio a Deurali. Siamo ormai nella gola dove scorre la Modi Kola e non si vedono le tanto attese vette da questo punto. Però sappiamo che sono vicine, sono dietro l’angolo. Manca poco per raggiungerle e questo ci da uno stimolo tale da far decidere anche gli indecisi.
Al mattino siamo già emozionati al pensiero che da lì a poche ore saremo a tu per tu con l’Annapurna.
È tutta salita quella che ci aspetta, sarà la felicità, la voglia di arrivare.. ma sembra tutto meno faticoso.
Una tappa al campo base del Macchapucchare per le ultime barrette energetiche e poi eccoci arrivati. Ognuno al suo passo, ognuno con diversi sentimenti e pensieri, ma siamo giunti tutti allo stesso obiettivo che ci eravamo prefissati ed è una soddisfazione immensa esserci arrivati senza l’aiuto degli sherpa , con le nostre sole forze. Lo spettacolo è da lasciare senza parole. Le montagne ti guardano da vicino, come L’Annapurna 1 mt 8091,Annapurna Sud mt 7219,Ganggapurna mt 7454,Machhapuchhre (Fish Tail) mt 6997 sembrano lì a portata di mano, sembra quasi che salire in vetta non sia poi cosi difficile. Sembra di poterle toccare.
Dopo mille foto che sembrano non bastare mai ci rifugiamo nel lodge per assaggiare la famosa pizza di cui tutti parlano. È davvero buona! Per non parlare poi dei maccheroni al sugo..
La notte trascorre un po’ lentamente, fa freddo e si sente però il tutto passa in secondo piano se si pensa a dove si è.
Il mattino successivo ci svegliamo con la voglia di fare ancora foto, questa volta all’aurora che illumina l’Annapurna. È difficile lasciare un posto cosi, sai che probabilmente non ci tornerai più e quindi fai il possibile per immagazzinare più immagini che puoi nella mente.
L a discesa è veloce. Siamo felici di non faticare per un po’.. però forse era meglio salire ma sapere che ci aspettava il culmine del nostro viaggio. Chiediamo alla guida di farci dormire a Sinuwa alta, per rendere la tappa meno lunga. Lui accetta, come sempre del resto. Si è dimostrato sempre disponibile ai nostri cambi di programma e alle nostre richieste.
Il giorno dopo passiamo a Gorepani e Ghandruk con il rammarico di dover camminare e non poterci fermare neanche per fare un po’ di foto con tutta calma: i due paesini ne valevano davvero la pena con le loro risaie, le coltivazioni a terrazza, gli abitanti ancora intenti nei mestieri antichi.
Ci fermiamo a dormire a Tolka dove iniziamo a ritrovare un po’ di civiltà come una doccia calda e l’aspetto delle camere più curato: però ci mancano i lodge di alta montagna e soprattutto il paesaggio.
Il giorno successivo è l’ultimo vero e proprio di trekking. Giungiamo a Damphus incontrando sul nostro cammino i bimbi che con i loro canti e balli vorrebbero qualche spicciolo.
A Damphus arriviamo talmente presto che ci ritroviamo già dopo pranzo a vagare per il paese in cerca di foto da scattare e visi da catturare nell’obiettivo. Casualmente veniamo raggiunti da una frotta di bambini del posto con cui facciamo presto amicizia. E dopo avergli insegnato balli e canti ci sentiamo tornati un po’ bambini anche noi. Dal punto di vista umano è stato uno dei momenti più belli della vacanza.
Ultimo giorno di trekking: con tristezza vediamo Sabine che va a sbrigare le operazioni burocratiche di fine cammino. Ci aspetta un taxi al termine del sentiero che percorriamo con nostalgia nel cuore.
Tornati a Pokhara ritroviamo i nostri oggetti lasciati dieci giorni prima e ci sembra di aver portato con noi mille cose inutili. Si può vivere con molto meno e il trekking ce lo ha insegnato. L’ultima cena a Pokhara con Sabine ci permette di salutarlo come si deve. Ci eravamo abituati alla sua presenza e ora lasciarlo ci fa sentire una strana sensazione: un nuovo amico con cui abbiamo condiviso giorni indimenticabili e che difficilmente rivedremo.
Il giorno dopo siamo di nuovo solo noi sei, e decidiamo di prendere un pullman che ci porta fino a Bandipur. Qui ci fermiamo una notte. Il paese è piccolo e abbiamo tutto il giorno per esplorarlo con calma scoprendo viuzze e volti pieni di Nepal negli occhi. Una simpatica nonnina ci allieta apponendo il Ticka sulla nostra fronte in segno di riconoscenza.
Il viaggio del giorno dopo verso Katmandu è a dir poco avventuroso, uno di noi non si sente troppo bene e per di più restiamo coinvolti in un piccolo incidente. Fortunatamente nessuno di noi si ferisce, ma purtroppo non si può dire lo stesso per chi invece era nell’auto con cui abbiamo avuto lo scontro.
Troviamo un altro mezzo diretto verso la capitale e ci saliamo sopra senza pensarci troppo. Arrivati in città anche se sfiniti prendiamo un taxi per Bhaktapur. Il nostro primo pensiero è di trovare un posto da dormire confortevole e fortunatamente lo troviamo senza troppa fatica. Una bella cena a base di riso, momo e pizza ci fa tornare le forze e il buon umore, ma più di tutto è il sonno nel nostro letto comodo che ci ristabilisce completamente.
Il giorno seguente lo trascorriamo a girovagare per le vie e le piazze della città: quanti colori, mercati, profumi, quanta confusione nella piazza principale che vista dall’alto del caffè dove abbiamo fatto colazione ci sembra un mare di formichine brulicanti. Ma poco dopo ci fiondiamo anche noi nella folla per assaporare anche quella parte di Nepal tanto diversa dalla pace dei villaggi di montagna.
E’ giunto il momento di tornare a Katmandu, dove ci attende di nuovo la camera al silver home, il traffico, lo smog e il caos che di certo non ci erano mancati durante il trekking. Trascorriamo gli ultimi due giorni tra un negozio e l’altro per accaparrarci più souvenir possibili. Ormai siamo diventati esperti nel contrattare e ci divertiamo anche a fare compere.
Il volo di ritorno il 27 novembre è puntuale, i bagagli arrivano e ci ritroviamo nel freddo di Torino spaesati e stanchi. Il rientro alla normalità, alla routine, è stato un po’ duro, ma basta poco per riportare alla nostra mente il ricordo di un’avventura che si chiama Nepal.
Per info potete contattare Alice all’email: curali(@)alice.it
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