Ippolito Desideri (Pistoia, 21 dicembre 1684 – Roma, 14 aprile 1733), gesuita e missionario italiano fu il primo italiano a recarsi in Ladakh.
Non ancora sedicenne, nel 1700, entrò a Roma nella Compagnia di Gesù formandosi nel prestigioso Collegio Romano, dove, per le sue grandi doti logico-filosofiche e il suo ardore appassionato teso alla salvezza del prossimo, venne scelto dal suo superiore, il preposito generale Michelangelo Tamburini, per la difficile missione nella allora lontana, misteriosa e quasi inaccessibile terra del Tibet, oggetto di tentativi infruttuosi da parte della stessa Compagnia nel secolo precedente.
Desideri partì da Roma il 9 settembre 1712 ,aveva appena 29 anni ed era stato ordinato sacerdote non molto prima della sua partenza.
Dopo un lungo e pericoloso viaggio da Genova a Lisbona, da Lisbona salpò per Goa (India). Proseguì via terra alla volta di Delhi via Lahore e Srinagar (arrivato nel novembre, 1714), dove si ammalò gravamente e soggiornò sei mesi.
Da Srinagar, il 17 maggio 1715, ripresero il viaggio e iniziarono la salita per arrivare al passo di Zoji-la, a 3500 metri d’altitudine. Superato il passo lasciarono il Moghul ed entrarono in Ladakh, che era un regno indipendente, per raggiungerne la capitale, Leh, il 25 giugno 1715. Qui si fermarono cinquantadue giorni. Furono ben accolti dal re Nyima Namgyal; i due gesuiti si trovavano già in pieno ambiente tibetano, non solo per la tipica architettura, per la lingua o per i tratti fisici della popolazione, ma soprattutto per la cultura e per la religione;desideri fu subito affascinato dalla sorprendente libertà accordata a tutte le fedi,
Desideri voleva fermarsi a Leh per fondarvi la missione, però egli dovette obbedire a Freyre, suo Superiore, e proseguire un viaggio difficilissimo di sette mesi (molti dei quali invernali) attraverso l’altopiano del Tibet. I missionari mal preparati sopravvissero solo grazie all’aiuto di Casal, governatrice mongola del Tibet occidentale e capo della carovana con cui viaggiavano. Raggiunsero Lhasa il 17 di marzo 1716, e qualche settimane dopo Freyre ritornò in India, lasciando solo Desideri, unico missionario europeo in Tibet.
Ippolito Desideri ed il suo compagno Freyre, non solo sono i primi europei ad avere compiuto il percorso Srinagar – Leh, ma anche i protagonisti della prima traversata dell’altopiano transhimalayano, impresa ripetuta solo quasi duecento anni dopo da una spedizione militare inglese
Desideri fu ricevuto in udienza dal re mongolo del Tibet, Lajang (Lha bzang) Khan il quale ebbe di lui una buona impressione e gli concesse il permesso di noleggiare una casa nella città e professare la sua religione.
Tuttavia, come consiglio, Lajang Khan gli disse di trascorrere prima un periodo di tempo in un monastero tibetano (gompa), per studiare la lingua ed il buddhismo, invito che Desideri accolse prontamente.
Infatti studiò alla prestigiosa università-convento buddhista di Sera, della setta reggente dei Geluk-pa.
Egli imparò rapidamente l’idioma, e tra 1718-1721 scrisse in lingua tibetana cinque libri, nei quali esponeva i dogmi del Cristianesimo e anche rifiutava i concetti buddhisti della metempsicosi e della vacuità delle cose (stong pa nyid), usando il modo di argomentazione scolastico del buddhismo tibetano, e accettando però nel contempo gran parte del buddhismo, soprattutto la sua filosofia morale. Insomma, era un compimento intellettuale stupendo, e il primo tentativo di dialogo tra le due religioni.
Ma i Cappuccini avevano protestato poiché la missione in Tibet era stata loro affidata nel 1703 , Michelangelo Tamburini, Superiore Generale della Compagnia di Gesù ordinò a Desideri nel 1719, di tornare in India. Il missionario protestò perché non voleva lasciare le persone che avevano riposto in lui la loro fiducia. Una decisione della Santa Sede fece chiarezza e Desideri, deluso ma obbediente, si ritirò ad Agra nel 1721.
Dopo pochi anni trascorsi a Delhi e Pondicherry, Desideri fu mandato a Roma nel 1727 per promuovere la causa di beatificazione di Giovanni de Britto. Egli portò con sé anche tutti gli appunti che aveva scritto in Tibet, sulle genti di diverse etnie, culture e religioni. Fino alla fine della sua vita,nel 1733 si dedicò alla pubblicazione del suo Notizie Istoriche del Tibet. Occupandosi di tutti gli aspetti della vita: dalla geografia ed il clima del paese, alla gente, tribù per tribù, il cibo, le abitudini, etc. Benché i suoi lavori non siano perfetti, egli ha descritto tutto con grande obiettività e rispetto. Grazie a lui l’Europa ha scoperto la terra dei Lama. Desideri è considerato il primo Tibetologo, nel 1916 lo svedese Sven Hedin gli rese omaggio:
“tra gli antichi visitatori del Tibet, Desideri si distingue come il più importante ed intelligente” (Southern Tibet, Stockholm, 1917, p. 278)
La Relazione della sua missione contiene una completa e approfondita descrizione di quasi tutti gli aspetti della vita e della cultura tibetana e specialmente della religione, sia nelle sue manifestazioni esteriori, sia nei suoi fondamenti filosofici. Tutti gli scritti di Desideri rimasero nascosti e dimenticati per secoli negli archivi, e dopo che furono scoperti attesero a lungo la pubblicazione e soprattutto una adeguata considerazione in relazione al loro valore. La vita e l’opera di Desideri sta oggi ricevendo, come merita, l’attenzione degli studiosi di vari ambiti disciplinari, per il suo interesse storico e per quanto ha da insegnare ancora oggi a tre secoli di distanza.
-per saperne di più vi invito a consultare il seguenti sito
http://www.ippolito-desideri.net/
Per una più ampia biografia si vedano:
– E.G. BARGIACCHI, Ippolito Desideri S.J. alla scoperta del Tibet e del buddhismo, Edizioni Brigata del Leoncino, Pistoia, 2006.
– E.G. BARGIACCHI, A Bridge Across Two Cultures. Ippolito Desideri S.J. (1684 – 1733). A Brief Biography, Istituto Geografico Militare, Firenze, 2008.
– E.G. BARGIACCHI, Un ponte fra due culture. Ippolito Desideri S.J. (1684 – 1733). Breve biografia, 2008.
Le vicende storiche dell’opera desideriana sono trattate in:
– E.G. BARGIACCHI, La Relazione di Ippolito Desideri fra storia locale e vicende internazionali,Storia Locale. Quaderni pistoiesi di cultura moderna e contemporanea, (a. I), n. 2, dicembre 2003, pp. 4-103.