Kolkata è soprattutto la capitale intellettuale dell’India. Il suo sviluppo tecnologico non ha avuto i ritmi serrati di Delhi e Mumbai, la modernità intesa nel senso di lusso e consumi è meno evidente. Lo stato del West Bengal ha una lunga tradizione di governo comunista, ‘ più refrattario rispetto ai modelli di crescita occidentale.
Kolkata è stata la prima città costruita dalla Compagnia delle Indie, nei primi decenni del 1700, per affermare e celebrare il dominio inglese, iniziato per finalità commerciali e consolidato a metà del 1700 come vera colonia della Corona britannica.
I grandi palazzi stile British del centro, che ospitavano i centri istituzionali nevralgici del Raj in quella che è stata la capitale indiana fino al 1911 , sono ora oggetto di lento recupero ed alcuni ospitano importanti musei. Il Victoria Memorial, immenso palazzo in marmo bianco con cupolone centrale progettato dal British Raj ad inizio secolo per celebrare la Regina Vittoria, riporta nel salone centrale parte del suo discorso di insediamento formale come Imperatrice su un territorio che già da tanto era considerato di proprietà inglese.
Il tono suadente delle sue parole per assicurare ai sudditi equità, libertà e giustizia fa a pugni con le vicende storiche di quel colonialismo inglese durato più di 200 anni.
Fortunatamente in una sala laterale la verità trova spazio con foto e documenti sul popolo del Bengala che ha costruito la città , agli ordini degli inglesi, e sulla loro lunga lotta per ottenere l’indipendenza nel 1947.
Altri palazzi recuperati di recente ospitano musei importanti a testimonianza del ruolo di Kolkata quale capitale culturale dell’India. Una mostra temporanea ripercorre le creazioni degli artisti bengalesi più importanti negli ultimi 3 secoli. Nelle loro opere la sofferenza del popolo indiano per le condizioni di povertà e sottomissione prende voce e rende giustizia.
