Presso la religione induista, Puja (dal sanscrito reverenza) è un termine che genericamente indica un atto di adorazione verso una
particolare forma della Divinità, che può esprimersi in un’offerta,
un culto, una cerimonia o un rito.
Esistono molti tipi di Puja.
Le sacre scritture (tra cui i Veda e le Upanishad) contengono istruzioni molto precise, rigide e dettagliate su come compiere rituali di adorazione
rivolti ad ognuno dei deva che compongono l’articolato pantheon induista.
Tradizionalmente, essa si esegue di fronte ad una Murti, ovvero una rappresentazione fisica (ad es. una statua o un’immagine)
dell’aspetto di Dio che si intende adorare. La celebrazione di una puja può essere accompagnata dal canto di mantra o inni sacri, e spesso
prevede anche l’offerta di veri e propri sacrifici (quali ad esempio frutta, latte, riso, fiori, ecc.) che nel caso di alimenti vengono poi consumati
dall’offerente, in quanto dopo il rituale essi divengono prasad, ovvero cibo benedetto e purificato.
Anche nel Buddhismo questa pratica dell’offerta è molto diffusa ed è un’occasione individuale per praticare la generosità, sia rivolta ai
simboli dei buddha (statue, reliquiari, ecc), sia alla comunità dei monaci e delle monache, agli esseri umani in genere, agli animali o agli
esseri invisibili.
La pratica dell’offerta è particolarmente curata dai praticanti buddhisti in giorni speciali del calendario e, nel corso dei secoli, la puja è diventata
anche un rito di offerta collettivo nei templi e nei monasteri, a scadenza regolare e rivolto a specifiche rappresentazioni di buddha e bodhisattva.