Ladakh: conosciamolo con i grandi esploratori del passato

«Non voltarti, non distrarre la tua mente. E tutto quello che penserai e dirai sia quello che hai conosciuto da te stesso. Non voltarti…» Milarepa

Cammelli Bactriani in Nubra Valley

Cammelli Bactriani in Nubra Valley

Nell’ultimo periodo mi sono appassionato ai grandi viaggiatori ed esploratori degli ultimi 3 secoli che hanno viaggiato,scoperto e studiato le mie care e amate terre Himalayane (Kashmir,Zanskar e Ladakh).

Ecco le varie spedizioni italiane in Ladakh negli ultimi 300 anni con i suoi grandi avventurieri e studiosi che hanno dedicato la loro vita alla ricerca e scoperta di un mondo nuovo.

Per quanto riguarda testi e libri in Italiano dal 1700 in poi,bisogna far riferimento a resoconti di intrepide spedizioni che hanno attraversato l’Asia centrale.

Si può senz’altro attribuire al missionario Ippolito Desideri (di cui ho parlato ampiamente in questo post: Ippolito Desideri il primo Italiano in Ladakh) la prima documentazione di un certo peso sul Ladakh.

Altra importante documentazione riguarda la spedizione Mario Piacenza del 1913 che venne raccontata nel libro edito da Rizzoli nel 1930 dal titolo: Nel Himalaya Cashmiriano spedizione Mario Piacenza 1913.

Mario Piacenza fu anche il direttore dell’importante Museo della Montagna di Torino e moltissimo materiale di quelle spedizioni è custodito presso il Museo.

Una bellissima retrospettiva per conoscere la personale storia di Mario Piacenza, pioniere nell’ambito dell’alpinismo e fotografia di montagna è il libro di Andrea Pivotto, Eventi&Progetti editore, dal titolo: Mario Piacenza. Un’avventura tra mito e scienza.

Altra spedizione divenuta celebre è stata quella organizzata da Giotto Dainelli nel 1930 e raccontata nel suo libro: Il mio viaggio nel Tibet occidentale

Dainelli giotto

In questo libro, da grande etnologo e geografo qual è stato Giotto Dainelli, vengono descritti costumi,luoghi e popolazione con una forma quasi romanzesca e mitica.

Altra importante spedizione italiana del 1931 fu quella del grande orientalista e tibetologo Giuseppe Tucci (ne ho parlato in un post “Giuseppe Tucci in Ladakh); la spedizione partì nel luglio 1931 da Shimla in Himachal Pradesh,salì in Ladakh, visitò Rupshu e Lahul. Percorse poi la valle del fiume Sutlej fino alla valle dello Spiti che risalì fino a Kaza.

Le sue incredibili avventure sono ben documentate dai 2 bellissimi volumi della professoressa Garzilli : “L’esploratore del Duce: Le avventure di Giuseppe Tucci”

Giuseppe Tucci

Ultima opera interessante che vi consiglio è quella di Ferdinando Guaita “Da Pechino a Bombay attraverso la Mongolia e il Tibet” del 1935 ; dopo aver attraversato l’attuale Xinkiang, passò da Kashgar e, seguendo un antico ramo della via della seta, attraversò il passo di Karakorum, scese a Leh e quindi in India.

guaita libro

Per quanto riguarda la scoperta del Ladakh ad opera di stranieri,tra i nomi più importanti William Moorcroft e Sandor Korosi Csoma rivestono un ruolo importante.

William Moorcroft, esploratore inglese nato nel 1770 a Lancashire e morto nel 1825 in Afghanistan fece una serie di spedizioni in Asia,la più importante delle quali permise di scoprire le sorgenti dei fiumi Beas e Chenab in Punjab; la stessa spedizione lo portò in Ladakh e raggiunta Leh egli strinse con il governo locale un trattato di commercio per il quale tutta l’Asia centrale si apriva al commercio inglese.

Nel 1841 i manoscritti di  Moorcroft vennero acquistati dall’Asiatic Society e pubblicati sotto il titolo Travels in the Himalayan Provinces of Hindustan and the Punjab, in Ladakh and Kashmir, in Peshawar, Kabul, Kunduz and Bokhara from 1819 to 1825.

moorcroft

Proprio Moorcroft il 16 luglio 1822 conobbe in Kashmir un altro grande viaggiatore, Sandor Korosi Csoma,orientalista ungherese che fu autore del primo dizionario Tibetano-Inglese.

Questo fu l’incredibile viaggio-avventura di Sandor Csoma:

csoma(cartina da Wikipedia)

Di Sandor Csoma ne ho parlato in questo articolo inerente il Palazzo di Zangla in Zanskar; proprio il periodo di Csoma nello Zanskar (fu il primo europeo a visitare la valle), fu importante perché si immerse  nello studio intenso della lingua tibetana e del buddismo indo-tibetano.

Fu così uno dei primi europei a padroneggiare con la lingua tibetana e lesse due grandi enciclopedie della letteratura indo-tibetano buddhista, il Kangyur e il Tengyur (canone Tibetano) che conteneva le traduzioni di libri buddisti portati dall’India.

Da maggio 1827 a ottobre 1830 risiedette in Himachal Pradesh dove studiò la collezione di manoscritti tibetani che aveva collezionato in Ladakh. Si trasferì poi Calcutta per la pubblicazione dei suoi scritti e del suo dizionario.

Nel 1842 progettò di recarsi a Lhasa, ma prima di concretizzare questo viaggio, contrasse la malaria  e morì per la febbre a Darjeeling; proprio in Sikkim,a Darjeeling,fu eretto un monumento commemorativo dall’Asiatic Society del Bengala.

Per ultimo vi lascio con un’opera molto importante e completa,del 1994,ad opera di  Crook e Osmaston dal titolo:

Himalayan Buddhist Village: Environment, Resources and Religious Life in Zanskar, Ladakh.

himalayan buddhist village

@genrico@

Vagabondo per natura, cittadino del mondo,appassionato di viaggi,reportage,fotografia, cultura asiatica e tibetana. Pagina ufficiale pubblica su facebook: https://www.facebook.com/lavitaeunviaggio

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