INDIA DEL NORD – SUPERTRAMP (set 2011)
( Ladakh – Himachal Pradesh – Punjab – Haryana – Uttar Pradesh – Rajastan)
Non sono partito per “cercare me stesso” e nemmeno per meditare, soltanto per lasciarmi affascinare ed emozionare perche’ la vita nella vecchia Europa raramente mi fa doni di questo tipo. Chris McCandles scrisse: “c’è tanta gente infelice che tuttavia non prende l’iniziativa di cambiare, non esiste niente di più devastante che un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l’avventura. La gioia di vivere deriva dall’incontro con nuove esperienze e quindi non esiste gioia più grande dell’avere un orizzonte in continuo cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso”.
Ho comprato due biglietti aerei, un A/R Milano – Dehli a 540 euro e un Dehli – Leh a 48 euro, per il resto adoro che il viaggio mi regali le sue sorprese belle e brutte, e mi sono portato, come di consuetudine, la mitica Lonely Planet , qualche piacevole racconto di turisti per caso, un libro di Canetti “la lingua salvata” e la mia Canon.
Atterro a Leh a 3520 mt in Ladakh il 15 Settembre 2011. Giale’ (namaste’) Leh! Vorrei uno specchio per riuscire a godere del mio sorriso mentre saluto questa piccola regione semiautonoma del Jammu-Kashmir, a nord dell’India, ma so per certo essere gia’ cambiato.
Cammino alla ricerca di una Guesthouse e la trovo in Changspa rd non distante dal centro Ladakho – musulmano di Leh: e’ l’Asia Guesthouse dove mi accoglie la nana piu’ alta del mondo, viso Ladakho, due meravigliosi occhioni neri e un bel sorriso. Prezzi della camera singola 350 Rp, doppia 450 Rp, tripla 500, acqua calda forse quando c’è…meraviglioso!
Guardo sulla mia Lonely, ho sottolineato le parole come quando studiavo al liceo con pochi risultati ma voglio essere ottimista e proseguo nel farlo, e vedo regno buddhista, consapevolezza ambientale, culturalmente tibetanizzato, importante flusso migratorio musulmano…il sole che splende in media per 300 giorni l’anno: ho trovato tutto questo ma ovviamente ha piovuto per 3 giorni!
To the Gompas intorno a Leh!
Questa notte ha piovuto…sara’ la coda del monsone? Dopo questo geniale pensiero incontro Matu, il driver Ladakho a cui ho chiesto di condurmi con la sua fiammante Jeep Tata nella valle dell’Indo a caccia di monasteri, i Gompas. Che dirvi, consiglio di vedere l’Hemis, gompa fondato nel 1630 , il Thiksey ( entrata 30 Rp) e lo Sheh, gompa ormai abbandonato dai monaci ma vale la pena salire sul crinale per ammirare il panorama, vedere gli stupa e le rovine della fortezza.
Stabilisco che oggi e’ il giorno delle domande geniali, quindi proseguo e chiedo a Matu se il fiume di questa valle va nel Gange, lui mi risponde un po’ turbato che va in Pakistan. Non faro’ una terza domanda e quando andrete non ditegli che siete miei amici.
Mangio in citta’ vecchia, al Tibetan Restaurant: a pochi passi dalla moschea di Leh mantenetevi sulla sinistra e mangerete i momo e i noodles piu’ buoni di Leh, di fianco a me due monaci tibetani e svariati Ladakhi incuriositi dalla mia presenza si domandano cosa io faccia li e mi cazziano perche’ oso chiedere una birra: “ragazzi sono nuovo”! Alle 21.30 passo ad un internet point per telefonare a casa e ottenere il numero che ovviamente non ho piu’ con me, del mitico Angchuk, guida per la Nubra Valley, consigliatami da amici.
A letto presto…non c’è piu’ luce e Leh dalle 18 e’ al buio! Domani incontrero’ Tupten!
17/09/2011
Giornata al Tibetan children village, istituto non-profit per l’educazione degli orfani e dei profughi Tibetani dopo l’occupazione e genocidio Cinese del 1959 (un piu’ per la Cina yeeeeeeee!). IL tcv si trova a Choglamsat a 5 km da Leh, e’ necessario un permesso ma lo si ottiene, mi accoglie il direttore a cui chiedo di Tupten. La monaca nonche’ segretaria dell’istituto mi viene incontro con uno splendido sorriso,mi fa sedere, mi offre una tazza di mint tea e mi chiede come sono arrivato a loro. Le spiego tutto quanto, poi mi porta a fare un giro, mi mostra i “Khimtsang”ovvero le case comuni Tibetane, le aule, le cucine e mi spiega che qui i bimbi studiano, lavorano e pregano…per conoscere e rispettare. Guardo negli occhi scuri dei bambini e vedo tutto questo, si chiama educazione…Dio quanto mi piace l’educazione! Intanto l’emozione mi fa pensare che abbiamo l’obbligo di partecipare a tutto questo.
Tornato alla Guest house scrivero’ tanto sul mio diarietto di bordo su questo momento al TCV, forse un po’ esagerando ma le cose che mi frullavano in testa erano tantissime e l’ispirazione di quella sera non un caso…mi sentivo vivo, sveglio, ricco. Ho fame di questi giorni!
La sera mangio al KC, all’aperto tra i due falo’si sta bene ma il cielo non promette bene, piovera’, per cui mangio nella tenda e mi sparo un chicken Tandoori eccelso sapendo, per esperienza, che non lo digeriro’ ma non riesco proprio a negarmelo. Al Kc riesco ad ottenere una birra ma devo custodirla sotto il tavolo, attenzione perche’ in alcuni posti si offendono se la chiedete essendo vietata. Per il fumo vale lo stesso, non fatelo in pubblico, appartatevi, isolatevi come gli elefanti quando vanno a morire!.
Torno a dormire all’ Asia e mi imbatto in un New Yorkese sulla 60 ina convertito al Buddismo…nulla di interessante, sembra piu’” un Piero invasato”per fortuna si appiccichera’ poi ad una coppietta, vittime sacrificali o adepti?
L’indomani mattina contatto Anchuk e fisso l’incontro per le 10.30: sono quasi teso visto che sono 3 gg che cerco di parlargli, la Nubra Valley e’ troppo importante per me e mi piacerebbe fosse tutto perfetto. All’orario concordato mi si presenta un 40 enne, scuro, alto e’ il mitico Angchuk, mi da subito fiducia…
Giringiro per Leh, quindi mi dirigo allo Shanti Stupa costruito per promuovere la pace nel mondo, lo guardo dal basso verso l’alto, i gradini non si contano…deve esserci proprio la pace eterna lassu’! Dai Matteo, un piccolo sacrificio fisico puoi chiederlo ancora al tuo corpicino 38 enne non ancora in decomposizione, vale sicuramente la pena essere piu’ vicini a Dio!. Ed e’ cosi’ che ci si sente li sopra, piu’ vicini a Dio, la bellezza del panorama che circonda lo stupa e’ magica, la natura lo e’ ed io ne faccio orgogliosamente parte quest’oggi. Meraviglioso! Meraviglioso e’ credere che un uomo libero voglia dalla sua vita, seguire i 12 insegnamenti Tibetani, che somigliano a quelli Cristiani che somigliano a quelli Induisti, che in realta’ servono per avvicinarsi a Dio.
Le coloratissime bandiere Tibetane che sventolano, la mia maglietta save Tibet regalatami da Sonia mi ricordano alcuni dei motivi che mi hanno spinto fino a qui, il posticino al sole, il mio I pod su cui ascolto le mie 6 canzoni preferite come da citazione del grande Nick Hornby, Hey Joe, Mother, American’s land, Redemption song, Creep e Gelouse guy mi ricordano che voglio anche riposarmi un po’ in questo viaggio…mi siedo per terra e mi godo il mondo.
Mangio al Wonderland Restaurant: molto bene direi, economico, con 150 Rp ci si mangia il Naan / Chapata, un piatto di noodles, le patate, i momo e si beve un bel mint tea, e se volete esagerare cercate il formaggio di Iak.
Di ritorno all’Asia Guesthouse, scopro la differenza tra oppio giovane, maturo e rosso fiorito e nella notte sento due belle bombe Pakistane sulla Srinagar – Leh alle 3 e 3.30 del mattino…India e Pakistan giocano cosi’ ogni tanto altrimenti si dimenticano gli uni degli altri. Mi ha ricordato che anche io da piccolo quando giocavo ai soldatini in spiaggia tiravo qualche biglia di troppo dall’altra parte della barricata.
Unica nota negativa del soggiorno a Leh, l’Women’s alliance: un po’ di imbarazzo nel vedere che il posto non corrisponde al centro comunitario indicato dalla Lonely Planet. La presenza di turisti che emettono quei suoni anglofoni primordiali tipo yeah, cool, wow, amazing…non mi hanno aiutato ad apprezzare la riflessione e nemmeno la proiezione dell’interessante documentario che non hanno proiettato. Poco male, decido di rimandare il mio desiderio di proiezioni al mio ritorno in Italia quando chiedero’ la “corazzata Potemkin” speranzoso di poter rivedere Fantozzi e Filini. Quando ottengo una risposta su cosa si propone questa sorta di associazione da una cortese giovane Indiana: “ sosteniamo l’ambiente e promuoviamo campagne di istruzione per i Ladakhi” e’ troppo tardi, due bellissimi bimbi ululanti, il Linoleum per terra, i tappeti intorno alla stanzetta ed una nuova ondata barbarica turistica mi fanno muovere il sedere al di fuori della proloco Ladakha. Da rivedere perche’ si danno sempre due possibilita’.
18/09/2011
To Nubra Valley con Angchuk terzo ovvero Nanghel, Gna’ ‘n ghel per gli amici!
Acclimatatomi a Leh, ho scelto di farla in due giorni (sufficiente), e con il mio permesso in mano (150 Rp) ho percorso le mitiche vallate dello Shyok e del Nubra River!!
Posso pavoneggiarmi di essere stato sul Kardlung La, il passo percorribile piu’ alto del mondo a 5.700 mt, ma ho goduto quando mi sono fermato al ristoro e mi sono regalato un black tea con ginger e lemon assolutamente imperdibile oltre che salutare.
Disceso vado a Diskit per raggiungere il Gompa (30 Rp) e il deserto di dune dove in un oasi troverete i cammelli Bactrian coi capelli: Cesare Ragazzi non ha limiti!. Il mio si chiama Pino ed ha una coda di scoiattolo in testa che lo fa somigliare a David Crockett al posto del pelo, lo trovate un po’ turistico vero? Non importa, l’esperienza mi e’ piaciuta molto..
Alle 21 dopo aver buttato il mio zaino al Lharimo Camp di Sumur, il piu’ alto campo di battaglia tra India e Pakistan, sono andato ad una festicciola Ladakha: ho conosciuto ed apprezzato l’idea di comunita’, meno apprezzata la birra (sapeva di urina), il salt tea, ottimi il milk tea con latte di Iak e il mint tea.
E la notte, la notte ci vada camminar diceva Stefano Benni in Baol, fortunatamente l’ho ascoltato e mi sono goduto la via lattea e la stellata piu’ bella che abbia mai visto. Mai visto un cielo cosi’ nella mia vita!
Al mattino mi sveglio, il cielo e’ blu ma un blu blu blu blu e mi rendo conto meglio di dove sono: questo e’ il Karakorum! Cazzo Matte, sei sul Karakorum!
20/09/2011
Tutto e’ pronto per la mitica Leh – Manali! Angchuk secondo ovvero Anil mi attende, staremo insieme almeno tre giorni, a stretto contatto, ci toccano almeno 6 ore di macchina al giorno. Sveglia alle 7, colazione e via per il Lago Tso Kar, prima tappa.
– Lago Tso Kar: imperdibile! Un pomeriggio tra muli selvatici, marmotte ed una passeggiata di 12 km nella natura, una notte in tenda al campo base a 4000 mt e un cane non identificato che mi spaventa un po’ quando lo sento ululare di fianco alla mia tenda altrettanto.
– Keylong – seconda tappa: inizia il caldo, prime vespe e zanzare, io non ho fatto l’anti malarica ho deciso di prevenire con la mia compressa di Benexol 1 die e l’ antizanze-tropical. L’albergo modesto, molto modesto mi ha costretto a fare un check control completo in camera ovvero missione sterminio animali non identificati. L’ Hotel si chiama Gipsey New, offre a 400 Rp la camera, ho poi cenato al Toshi Deleg con 300 Rp ma la cena mi e’ rimbalzata per tutta la notte ed il mattino… non sono il tipo che crea falsi allarmismi ma il mio intestino si.
22/09/2011
Paesaggio alpino, verde, il Beas River, simile alle nostre alpi tranne per il fatto che ai bordi della strada si trova la charas (marijuana) ed eccomi…”Namaste’ Manali!”
Manali, la fiera dello “sbaloone!”! Atmosfera molto rilassata (vorrei vedere), un tantino turistica ma piacevole e carina, ed a questo punto del viaggio ci sta.
Scelta azzeccata l’Hotel Dragon, nella Old Manali, bello e con un buon prezzo anche se piu’ alto di tutti i precedenti (1000 Rp per una camera al primo piano ), ma d’altronde il posto sbalooone si paga! Ho una fame della madonna e pranzo sulla terrazza dell’albergo: sole, sandwich e una coca….ci sta staccare un po’ dalla cucina Indiana soprattutto dopo la cena di ieri al Toschi.
Telefono casa, sono giorni che non avverto che sono vivo, con 10 Rp al minuto tramite l’internet point dell’albergo parlo con mia sorella Alessandra che e’ preoccupata per il terremoto ma non ne so nulla fortunatamente ed evito prontamente di raccontarle delle bombe Pakistane…mi sente un po’ stanchino la fanciulla.
Torno in camera, l’evento della giornata e’ per me ritrovare l’ elettricita’, riuscire a ricaricare il telefono e soprattutto le batterie della mia macchina fotografica, riposare finalmente su un comodo letto e con la porta aperta perche’ la mia vicina di camera ascolta musica che mi garba di molto e mi voglio addormentare cosi’. Rest!
Si puo’ fare di tutto, segnalo un giro al parco naturale, un giringiro tra i negozi di frutta di Manali per qualche splendida fotografia e un salto al Dylan’s Toasted & Roasted a provare i cookies con le pepite di cioccolato.
24/09/2011
Manali – Dharamsala – Mc Leod Ganj.
Decido di non separarmi dall’ amico driver Anil e in 6 ore raggiungiamo insieme Mc Leod Ganj, luogo di residenza del Dalai Lama e del governo Tibetano in esilio, a 4 km da Dharamsala. Mi sono documentato sulla invasione cinese del Tibet e mentre mi avvicino mi sale un nodo alla gola misto di tristezza e di rabbia e senza farmi vedere da Anil mi lascio scendere lungo la guancia una piccola lacrima. Beh! Ma ai Cinesi e’ tutto concesso vero?…mi sono chiesto come mai oggi vengano giustamente citate e condannate le sentenze di morte negli Stati Uniti e cosi’ poco gli stermini di massa Cinesi che hanno provocato 1,2 milioni di Tibetani morti e la distruzione del 90% di un patrimonio culturale dell’intera umanita’…l’ha risposta io l’ho e mi fa incazzare ancora di piu’! Non mi basta che si protesti ad una olimpiade del cavolo, lo si deve ricordare ogni giorno, voglio che gli Italiani lo imparino a scuola come il nazismo e lo si chiami Cinesismo!
Mi fermo solo un pomeriggio e una notte, cerco una associazione di volontariato che trovo chiusa, faccio un bel giro e mi sistemo al 8 Auspicious Him Wiew Hotel in Jogiwara Road (910 Rp a notte), pulito e si sta benone. Sulla via principale troverete dove mangiare, purtroppo non ricordo il nome ma è in Jogibara Rd ed ha una insegna verde, ottime le “tagliatelle tibetane” di cui – aridaje – non ricordo assolutamente il nome.
L’indomani lascio Mc Leod per Amritsar, 7 h di viaggio e Namaste India!
Durante il viaggio Anil viene fermato dalla polizia locale ben 3 volte per avere la tangentina di 50 – 100 Rp, al terzo stop mi girano decisamente, impugno la mia macchina fotografica, la punto verso il poliziotto che mi guarda, mi fa segno di abbassarla e lascia in pace Anil. Un po’ di corruzione non ferma la mia volonta’ di raggiungere il mio unico obiettivo, il Golden Temple!
Da qui ho trovato l’India cosi’ come me la dipingevo. Il Punjab e’ la terra dei Sikh, regione fertile e in via di modernizzazione ma con il macello che mi aspettavo. Cerco un albergo un po’ piu’ che decoroso, sono da solo e preferisco salire di qualita’ nelle grandi citta’ privilegiando un po’ di piu’ la sicurezza, e trovo l’ Hotel Shivar Regency in Queen’s road (1500 – 2000 Rp a notte).
Al mattino mi alzo alle 5.30 ed alle 6 sono al Golden Temple pronto per l’alba: il luogo di culto piu’ sacro della religione Sikh e’ maestoso. Mi copro il capo, mi tolgo le scarpe e le calze ed a piedi nudi seguo gli altri pellegrini e prima di entrare mi lavo i piedi, mi dimentico ovviamente le sigarette nella tasca quindi esco e rieseguo le fasi precedenti e finalmente entro e rimango ammaliato. I sacerdoti del tempio intonano senza sosta i salmi in Gurmukhi, il sole albeggia riflesso nelle acque della vasca sacra, illumina la cupola dorata e l’Hari Mandir Sahib, i pellegrini pregano e si immergono nelle acque ed io? Io mi lascio affascinare, contemplo e saccheggio il piu’ possibile tutti questi momenti per portarmeli a casa in memoria.
Da Amritsar mi sposto ad Agra via Dehli in 15 h: lungo la strada trovo di tutto bici, ricio’, carretti, vacche, moto, scimmie, macchine in contromano, trattori, pedoni, cammelli…mancava di incontrare solamente Ciubecca, i Flintstone e Homer Simpson! Nella notte arrivo finalmente ad Agra…caotica! Vengo immediatamente circondato da persone un po’ troppo interessate, un pochino mi trattengo dall’essere educato ed entro al Tajinn in Fatehabad Rd (consiglio) e mi ripropongo di essere piu’ educato ed aperto domani ma solo dopo una bella dormita.
27/09/2011
Alle 6.30 entro nel Taj Mahal. (750 Rp per i turisti, 20 per Indiani)
Qualcuno disse facesse “versare lacrime agli occhi del sole e della luna”, e’ stato eretto per amore, i miti legati sono curiosi ed interessanti, il figlio Aurangezeb che spodesta il padre e lo rinchiude al forte e’ una storia che colpisce, ma non esageriamo ad inserirlo nelle sette meraviglie del mondo moderno…perdonatemi ma non mi ha assolutamente impressionato, sicuramente e’ piacevole passare un oretta e mezzo in questo bellissimo luogo e proseguiro’ a contemplare il sole e la luna piuttosto che il Taj Mahal.
Nel pomeriggio vado a vedere il forte moghul di Agra ( 300 Rp + sconto con il biglietto del TM di 50 Rp) da cui non mi aspettavo molto, oscurato dall’idea che mi ero fatto del Taj Mahal, ma che ho trovato assolutamente piacevole.
Aperitivo al Jaiwal Bar, cena ottima allo Zorba the Buddha dove mangio i Kofta e il Paneer Masala migliore che io abbia mangiato.
Per muovervi ovunque usate il tuc tuc a 50 Rp nulla di piu’.
28/09/2011
Ho ancora qualche giorno e mi sovviene che prima di partire il mio amico pallino, di cui mi fido assolutamente perche’ buon viaggiatore e buona testa, mi aveva consigliato di fare un salto a Pushkar. Eccoti accontentato pallino! Da Agra mi faccio altre 8 ore di macchina per arrivare a riposare a Pushkar.
Brahma lascio’ cadere un fiore di loto sulla terra ed ecco apparire Pushkar! Davvero un posto piacevole, con uno dei pochi templi al mondo dedicati a Brahma, sulle sponde di un lago sacro dove ovviamente io mi dirigo… ed incontro il Brahmino di turno: furto medio consentito dal sottoscritto perche’ non avevo assolutamente desiderio di arrabbiarmi ma ascoltate il mio consiglio, se vi capita dite che siete soli al mondo altrimenti vi tocchera’ pagare 100 Rp per parente. Che poi, a pensarci bene, normalmente nei nostri laghi incontriamo il Bagnino di turno e il furto e’ il medesino senza lamentarci!…e i nostri laghi non sono nemmeno sacri!
Mi sistemo all’hotel “in seventh eleven”, e’ una magnifica Haveli indiana, e’ molto economico e l’atmosfera e’ davvero rilassante e ricercata, tutti sono molto cortesi e fanno il loro lavoro con passione. La camera al piano terra costa 900 Rp al giorno…sono stato 3 notti ed ho pagato 4.000 Rp comprese 3 colazioni e 2 cene al ristorante Sixty Sense dell’albergo. Consiglio assolutamente di pernottare qui a qualunque viaggiatore.
Una sola raccomandazione…ci sono molte scimmie a Pushkar, chiudete le porte delle camere! Faccio colazione, scendo a leggere il mio libro e mi sdraio comodamente sulla panca quando vedo che mi passa davanti una graziosa scimmia che con nonchalance si dirige verso l’entrata della mia camera…la seguo e la becco con la manina sulla porta, ci guardiamo…oh! Mi sembrava di avere davanti a me un uomo che mi fissa! Gli dico “vai via”, mi guarda come per dire “che cazzo vuole questo”! Beh…l’ho spaventata con una scarpa e se ne e’ andata arrampicandosi su per il muro. Si ma…noi arriviamo da li sicuramente!
30/09/2011
Giornata di regali e un po’ di compere, non posso arrivare a casa proprio con nulla ma ho molto spazio nello zaino dopo aver lasciato in giro molte cose inutili e cerco di riempirlo un po’ con gusto. Nel pomeriggio vado da Marc, un franco-canadese che vive li ormai da 25 anni e che ha un maneggio, mi faccio un giro a cavallo per le splendide campagne, fortuna vuole che mi becchi pure il tramonto.
Torno e incontro l’ometto di fiducia del titolare dell’albergo, sempre sorridente, molto educato e premuroso della sua clientela, gli ricordo che devo ancora pagare l’albergo e lui mi dice “ non parlarmi di soldi, esci e riprenditi il tuo sorriso”. Questa frase mi fara’ pensare durante le 8 ore del ritorno Pushkar – Dehli.
02/09/2011
Torno a casa con un po’ di nuovi propositi, uno zaino pieno di alcune delle vecchie cose con cui sono partito e con molte cose nuove. Ridefinire le priorita’, ricercare la tranquillita’ e riappropriarsi del proprio ruolo in questa terra sono concetti di cui sono consapevole, li ricerchero’ ancora con maggior forza da oggi. Ricordero’ che piu’ si va in alto e piu’ ci si sente vicini a Dio, ricordero’ di riprendermi il mio sorriso, ricordero’ che il sole la luna e la verita’ non possono essere nascoste, ricordero’ che il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l’avventura, ricordero’ di aver riempito lo zaino ma alleggerito l’animo.
Consigli generali:
Trasporti: evitate gli autobus loro (vanno come degli imbecilli e spesso i conducenti bevono), se viaggiate in treno prenotate 3 gg prima, a nord meglio muoversi con jeep e driver.
Fotocopie passaporto
Capitolo mance: 200 Rp die possono bastare per i driver, non ho mai dato soldi a bambini e mendicanti vari.
Alberghi: puliti e decorosi da 500 Rp die (meno di 10 euro), chiedete se c’è l’ acqua calda, portatevi un sacco a pelo e compratevi la carta igienica.
Cucina: mangiate tutto, con la destra, siate attenti con acqua e frutta.
Abiti: pesanti per il nord, calzoni lunghi per i monasteri ed in genere apprezzati dalle popolazioni locali per rispetto.
Vaccini: io non ho fatto nulla per la malaria, prendevo una cp di Benexol al giorno e usavo l’antizanzare tropicale.
Foto: spesso ho chiesto il permesso di farle.
Lingua: non so che inglese parlino…;o)
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Ringrazio Matteo per il suo bel diario di viaggio…Namastè